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Dal mare l'energia del futuro

di Michele Calcaterra

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1 Giugno 2008
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Anaconda, sfrutta le onde per produrre energia

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La installazione iniziale di Aguçadoura avrà una potenza di 2,25 megawatt (700 chilowatt ogni tubo) e darà luce a seimila persone. Anche se il progetto è ben più ambizioso: secondo fonti ministeriali, entro la fine di quest'anno verrà installato un parco di 28 macchine in modo da sviluppare oltre 20 megawatt e rifornire così di energia 15mila case.
È ovvio che nella fase attuale siamo allo stadio pionieristico. La tecnologia è sì consolidata, ma sul successo finale del progetto giocano diversi fattori, soprattutto la economicità dell'energia prodotta. Il costo di produzione non è attualmente 3-4 volte superiore a quello dell'energia eolica. Anche se questa tecnologia, in questa fase sperimentale, richiede investimenti molto inferiori (all'incirca della metà) rispetto ai campi eolici di prima generazione.

Gli incentivi del Governo
Il Governo portoghese sta incentivando con sconti sul prezzo l'uso di questo tipo di energia. L'obiettivo è arrivare a installare 500 megawatt, in modo che il mare offra nei prossimi 30 anni, tra il 20 e il 30% del totale dell'energia nazionale. La tecnologia Pelamis appare così promettente a livello mondiale, che si calcola che il "mercato delle onde" valga potenzialmente 385 miliardi di euro, il 10% del totale. Non a caso i principali gruppi energetici internazionali si stanno occupando di questa fonte alternativa e impianti-pilota stanno nascendo, oltre che in Portogallo, anche nel Nord Europa.
Il Governo di Lisbona sta facendo decisamente rotta verso le energie rinnovabili. Basti pensare che il piano 2006-2012 ha previsto investimenti per otto miliardi di euro per promuovere produzioni alternative come quelle eoliche e solari e permettere la creazione di diecimila posti di lavoro.
Alla fine dello scorso mese di agosto il Portogallo poteva contare su una potenza installata di 2mila Mw in parchi eolici, equivalente al 9% del consumo elettrico nazionale. Mentre secondo il ministero dell'Economia il Paese sarà nelle condizioni di produrre 5.700 Mw di eolico nel 2012, dieci volte di più che non nel 2004.
L'obiettivo è ambizioso: oltre alla riduzione del 30% del fabbisogno energetico nazionale entro il 2050, da mare dovrebbe arriva anche un concreto aiuto per la riduzione dell'inquinamento. La riduzione delle emissioi di diossido di carbonio dovrebbe attestarsi intorno a 60mila tonnellate all'anno. Nonostante i costi, il gioco potrebbe valere la candela. Ed andare ad aumentare la quota del 39% dell'energia portoghese proveniente da fonti rinnovabili.

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